Mappa Classifica

Agony

Agony
Punti:15.883
Posizione:136
Avversari sconfitti: 806.408 (80.)
Tribù:


Villaggi (4) Coordinate Punti
[04] Rohan
495|557 5.739
[08] Gil.galad
494|549 3.571
[09] Erudìn
496|554 3.376
[10] Minas Morgul
499|555 3.197
Testo personale
Combattenti di terra, di mare, dell'aria.

Camicie nere della rivoluzione e delle legioni.

Uomini e donne, dell'Impero e del Regno.

Ascoltate!

Un'ora, segnata dal destino, batte nel cielo della nostra patria.

L'ora delle decisioni irrevocabili.

La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori dei nostri nemici.

Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo.

Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste parole: frasi, promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue Stati.

La nostra coscienza è assolutamente tranquilla.

Con voi il mondo intero è testimone che il popolo ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolse il mondo; ma tutto fu vano.

Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l'eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate.

Bastava non respingere la proposta che Sauron fece.

Oramai tutto ciò appartiene al passato.

Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gli è che l'onore, gli interessi, l'avvenire ferreamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.

Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l'accesso all'Oceano.

Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione.

È la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra.

È la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto.

È la lotta tra due secoli e due idee.

Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che il mio dominio non intende trascinare nel conflitto altri popoli con essa confinanti per mare o per terra: gli altri territori prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate.

Popolo!

In una memorabile adunata, io dissi che, secondo le leggi della morale, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto con i nemici, col suo popolo, con le sue vittoriose Forze Armate.

In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del re imperatore [la moltitudine prorompe in grandi acclamazioni all'indirizzo], che, come sempre, ha interpretato l'anima della patria. E salutiamo alla voce il capo della grande alleata.

L'era, proletaria e prosperosa, è sempre in piedi, forte, fiera e compatta come non mai.

La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti.

Essa già trasvola ed accende i cuori da sud a nord, da est ad ovest: Vincere!

E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia, al mondo.

Ricordate ad ogni azione corrisponde una reazione, per ogni inizio c'è una fine.

Popolo !

Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!